Questo articolo nasce dopo che questa mattina ho ascoltato su Radio 24 la puntata del Gastronauta dedicata ai vini biologici.
Iniziamo con il dire che, allo stato attuale, non esiste una dimensione normativa adatta per la definizione di Vino Biologico. In commercio infatti possiamo trovare solamente vini ottenuti da “uve provenienti da agricoltura biodinamica”. Questo significa che, le uve utilizzate per la produzione del vino, sono state coltivate nel rispetto della nornativa europea 2092/91 (che definisce l’agricoltura biologica).
Quindi per il vino non è presente, ad oggi, una struttura legislativa in grado di garantirne l’aspetto biologico.
Questo perchè la coltivazione delle uve è solamente un aspetto della produzione di quel complicato prodotto chiamato Vino. Sono infatti molti i trattamenti che le uve ricevono una volta che vengono vendemmiate, e queste non hanno ancora una regolamentazione adeguata per la certificazione dei Vini Biologici.
C’è da dire che tra i produttori, le idee riguardo al vino biologico e le tecniche ammesse sono piuttosto chiare.
Un vino biologico, o biodinamico, dovrebbe quindi essere ottenuto seguendo alcuni principi, tra i quali:
- Le uve sono vendemmiate a mano e selezionate in vigna;
- Sono raccolte in cassette di piccole dimensioni, non pressate per evitare l’avvio di fermentazioni indesiderate e vinificate nel più breve tempo possibile;
- Pigiatura e diraspatura soffice per mezzo di presse orizzontali pneumatiche;
- Avvio della fermentazione con una “piè de cuveè” e controllo termico per evitare arresti e sviluppi microbici indesiderati, senza uso di additivi e coadiuvanti tecnologici;
- Ossigenazione dei mosti per mezzo di follature per favorire l’attività microbica, l’estrazione e la stabilizzazione del colore;
- Uso molto attento del l’SO2 in fase fermentativa e limitatamente alle dosi MAX di 20 mg/l in abbinamento con l’uso di gas inerti quale anidride carbonica o azoto, cercando di tenere basso il valore di SO2 totale e alto il valore della libera con l’adozione di corrette pratiche enologiche
In Europa, l’unico paese ad avere una normativa specifica per la produzione di vini biodinamici è la Francia, elaborato dalla Association Demeter France. I produttori che rispettano tale normativa, possono riportare in etichetta la dicitura “Vin Demeter“. Se le pratiche di cantina non dovessero rispettare tutte le norme del disciplinare, i vini potranno riportare la dicitura “Vin issu de raisins Demeter” (vino ottenuto da uve Demeter).
Per concludere, vi segnalo la puntata del Gastronauta dedicata proprio ai vini biologici / biodinamici.
Fonti:
Interessante questo post!! Anche se mi piacerebbe sapere qualcosa di più approfondito sulla qualità del prodotto e qualche approfondimento più dettagliato (spero in un prox post).
Tu ne hai assaggiato qualcuno? Pro e contro? Opinioni personali?
Tra l’altro biologico e biodinamico non è la stessa cosa.
Ciao Elena
Purtroppo nel campo del vino, come hai potuto capire dall’articolo, la questione biologico / biodinamoco è ancora confusa, burocraticamente parlando.
Per quanto riguarda la qualità, posso dirti che una volta ho assaggiato un vino prodotto senza utilizzo di solforosa e non era il massimo. Era ambrato e ricordava la melassa. ma è un problema attribuibile alla cattiva conservazione e non alla qualità del vino. Certo se qualcuno sapesse darci più informazioni o consigliarci qualche produttore…
Ciao
Ti scrivo qualche link ad aziende che producono vino biologico se puoi verificare un pò come lavorano 🙂 anche perchè potrebbe interessarci per il nostro Gruppo di Acquisto Solidale (www.cestadiartemide.blogspot.com)
http://www.cinquecampi.it
http://www.tenutadialjano.it
se ne trovo altri gli aggiungo.
Ieri sera abbiamo bevuto questo (proveniente da uva biologica)..
te lo consiglio, era molto buono:
colli altotiberini doc
biovitivinicola colle del sole
rubino
località umbertide (pg)
1997
Grazie Elena. Per completezza, riporto gli uvaggi e profilo organolettico, cosi come dichiarato dal produttore:
COLLI ALTOTIBERINI D.O.C ROSSO
UVAGGIO:50%Sangiovese grosso e piccolo, 30%Merlot, 20%Ciliegiolo, Gamay, Trebbiano e Malvasia. Stagionatura in vasche e in botti di rovere. Notevole possibilità di invecchiamento.
COLORE:Rosso rubino
ODORE: Vinoso
SAPORE:Asciutto rotondo
GRADI:-13%vol
TEMPERATURA di servizio: 18-20 gradi
ABBINAMENTI: primi piatti,arrosti grigliati, formaggi duri, dopo caffè.
Per un panorama molto approfondito del problema vi consiglio di leggere un mio post su vinix, molto commentato:
http://www.vinix.it/myDocDetail.php?ID=665
saluti ad Elena e a tutti i lettori
Ciao Luigi
Grazie per il tuo contributo e complimenti per il sito.
A presto!
Alberto,
articolo interessante e sintetico, ma forse troppo sintetico. Io non metterei nello stesso calderone il biodinamico col biologico.
Infatti il biodinamico ha un carattere talvolta esoterico e non troppo scientifico (fasi lunari, dinamizzazione dell’acqua, utilizzo del corno…). Queste “credenze” sono ovviamente accompagnate dall’assoluto rispetto della terra e per il resto si avvicinano alle posizioni biologiche.